Federico Zeri è universalmente riconosciuto come uno dei massimi studiosi di arti figurative. Personalità scomoda restò sempre fuori dai cosiddetti “giochi di potere”; mai accomodante verso nessuno egli si preoccupò sempre e unicamente di esprimere ciò che la sua profondità di ricerca e giudizio gli dettavano, incurante delle reazioni che ne potevano scaturire. Billoni ebbe con il critico d’arte un incontro a Mantova nell’ottobre del 1989 durante la Mostra di Giulio Romano. Zeri ebbe in quell’occasione la possibilità di vedere ed apprezzare i “Tarocchi da G. Romano” ideati e dipinti da Billoni. Seguirono poi contatti sia telefonici che tramite lettere di cui verranno resi noti alcuni estratti. Purtroppo la scomparsa di Federico Zeri, oltre a palesare un vuoto incolmabile nel panorama della critica delle arti figurative, pose anche fine ad ulteriori sviluppi nei rapporti con l’artista mantovano.
Estratti dalle lettere:
4 ottobre 1990 “… ho ricevuto la sua lettera e sono, lieto di apprendere che Lei sta preparando una personale a Mantova. … Guardo spesso la Sua grande incisione, vi trovo sempre nuovi motivi e spunti. Augurandomi di rivederla presto, e di visitare il Suo studio, Le invio molti saluti e auguri.”
6 giugno 1991 “… e grazie anche per il Catalogo della Sua nuova personale con le bellissime incisioni. Auguri e saluti.”
28 dicembre 1991 “… Le cose che Lei ha esposto al Premio Suzzara (un premio quanto mai sputtanato, come si dice a Roma, per le antiche frequenze) sono di gran lunga le migliori nell’insieme. Alcuni pezzi di altri autori rasentano l’inverosimile. Le ricambio molti e fervidi auguri.”
19 gennaio 1994 “… Caro Billoni, i Tarocchi già li conoscevo, e mi piacciono molto. Non conoscevo invece ‘All’unico’, che è di grande efficacia immaginativa. Grazie mille. Se stessi bene (sono sulla via della guarigione) verrei a Mantova per vedere le sue incisioni, dalle quali sono attirato.
Billoni omaggiò Zeri ritraendolo “cripticamente” e dando all’opera il titolo di “Attesa”.
Nel 1995 il Critico pubblicò il libro “Confesso che ho sbagliato” nella cui copertina volle essere ritratto con i tarocchi di Billoni.
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